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Antica grande Penca de Balangandã, amuleto da chatelaine
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Oggi magia… vi presento questa grande Penca de Balangandã. Tra le pieghe del tempo e le rotte tracciate dai mercanti d’oltreoceano, questo amuleto racconta una storia di protezione e devozione. I suoi pendenti in metallo cesellato — melograni rigonfi di promesse, agrumi incisi a evocare la purificazione e frutti che richiamano la fertilità della terra — appartengono a un’epoca lontana, fine XIX secolo o primo ‘900, quando questi monili pendevano dalle cinture delle donne brasiliane come talismani contro le insidie del mondo invisibile. Al centro, una vecchia mano scolpita in legno con dita distese e borchie metalliche, potente richiamo alla F*ga, simbolo brasiliano per eccellenza contro il malocchio e le energie negative. A custodire quei simboli, un anello metallico più moderno, con fori circolari precisi, segno di una lavorazione industriale più recente. Un incontro di epoche che conferisce a questo oggetto un fascino particolare, quasi a voler ricordare che la protezione non ha tempo, ma si rinnova di generazione in generazione. Probabilmente parte di una tradizione scaramantica legata ai culti del Candomblé e dell’Umbanda, questa ‘Penca de Balangandã’ tintinnava tra i passi lenti delle donne di Bahia, che la portavano come un gioiello, ma anche come uno scudo invisibile contro le avversità. Oggetto dal forte impatto simbolico e molto molto ricercato, questo amuleto sembra racchiudere il respiro caldo del Brasile coloniale, il suono delle campane delle chiese barocche e i canti africani portati dagli schiavi d’Oltremare. Un ponte tra mondi, credenze e destini, carico di significati che resistono al tempo.




