Metronomo Maelzel Paquet anni ‘60 in legno funzionante

Parigi, anni Sessanta. Dietro una finestra al terzo piano, nel cuore del Marais, una giovane insegnante di pianoforte regola il metronomo con un gesto lieve. Il ticchettio preciso scandisce il tempo di ogni mattina, mentre nella stanza si mescolano profumo di caffè, spartiti e luce dorata. Quel metronomo, con la sua voce discreta e costante, ha accompagnato decine di piccoli allievi nei primi passi tra le note. Alcuni inciampavano su un Do, altri correvano troppo su un Allegro, ma lui — il tempo — era sempre lì: paziente, regolare, come il battito di un cuore innamorato della musica. Oggi riposa ancora elegante, con la sua cassa in legno caldo e la firma di Maelzel Paquet a raccontarne l’origine. È pronto a risuonare in una nuova casa. Chiudi gli occhi e ascolta: lo senti il ritmo? Potrebbe essere il tuo.