Porta monete ricamato fine 800 primo 900

Si diceva che la sua voce “facesse piangere anche le statue”.

Si chiamava Clotilde Mariani. La sera in cui debuttò, tremava. Ma non per la paura: era l’adrenalina. Nel camerino minuscolo, tra profumo di cipria e velluto, infilò nel piccolo portamonete la moneta di sua madre – ‘porta fortuna’, le aveva detto. Poi chiuse la minuscola borsina con gesto deciso e si guardò allo specchio una sola volta, appena. Quel portamonete – minuscolo, ma prezioso come un talismano – la accompagnò per tutta la tournée. Sempre nella mano, sempre vicino al cuore. Adesso è qui, con le sue pieghe consumate e la chiusura che scatta ancora (dopo aver interpellato qualche Santo in Paradiso) a raccontare silenziosamente una vita dietro le quinte.

Oggetto raro e delizioso, decorato a mano con motivi dorati su velluto viola e struttura a soffietto in tela chiara. Una chiusura a incastro primitiva, tipica di fine Ottocento, proteggeva monete, bigliettini o piccoli tesori femminili. Più che un accessorio: un ricordo tangibile di un’epoca fatta di sussurri, sipari e piccole emozioni da tenere al sicuro.