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Scrigno portagioie in ottone e vetro bisellato con cuscino seta capitonné
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Ci siamo talmente abituati alla funzionalità, alla fretta, ai contenitori di plastica e ai cassetti anonimi… da dimenticare che un tempo anche ciò che custodiva aveva il dovere di essere bello. Non era un dettaglio: era un linguaggio. E questo piccolo oggetto ne è la prova vivente. Non è un portagioie: è uno scrigno. E uno scrigno nasce per dignità, non per utilità. Quando l’ho preso in mano la prima volta, ho sentito subito la pesantezza antica del vetro: spessore pieno, quasi minerale. Un vetro che non si limita a proteggere: rivela, riflette, incornicia. Se lo inclini leggermente, la luce scivola sui bordi bisellati e restituisce un riflesso tenue, come un piccolo lampo di memoria. E poi c’è quella cosa che non si può spiegare, ma solo percepire: nel guardarlo, ci si vede parzialmente riflessi. Un dettaglio minuscolo… eppure così potente. È come se ti ricordasse che ogni oggetto prezioso vive una parte della tua immagine. Il suo ottone dorato, leggermente ossidato, non è semplice ornamento: è il modo in cui il tempo firma ciò che ama. E il cuscino interno, con la seta imbottita e capitonné, ha il portamento di ciò che ha ospitato qualcosa di importante. Si vede, si sente. È uno spazio che ha già conosciuto un gioiello, forse un anello, forse una spilla, ed è rimasto lì… ad aspettare la prossima storia. Ed è questo che lo rende straordinario: riporta nella nostra epoca frenetica un’antica idea di bellezza, quella in cui anche il contenitore era parte del tesoro.
Portagioie in vetro bisellato. Epoca: fine ’800 – inizio ’900 (1890–1910). Provenienza: Francia. Dimensioni: 5,8 × 5,8 cm – altezza 8 cm. Caratteristiche: piedini a zampa, struttura in ottone cesellato, cuscino originale. Condizione: buono stato; sbeccatura su un angolo d (mostrata in foto).
