Antico espositore a vetrina in vetro molato con raso capitonné, 1890-1910

Sophie lo teneva sulla toeletta, accanto alla spazzola d’argento e al flacone di profumo mezzo vuoto.Ogni sera, prima di coricarsi, passava un dito lieve sul vetro come fosse una carezza. Il tempo, fuori, correva. Ma lì dentro si era fermato. Il cofanetto, inclinato con grazia, custodiva un orologio da tasca d’oro. Era stato di suo marito. Non uno qualunque: il primo, quello che portava sempre con sé quando usciva, appuntato al panciotto anche quando non era più di moda. “Perché i minuti vanno onorati, mia cara”, diceva con quel sorriso che si piegava solo da un lato. Dopo la sua morte, lei non aveva trovato la forza di metterlo via in un cassetto. Aveva scelto questo piccolo scrigno: vetro molato come cristallo, imbottitura color cielo e un fiore d’ottone al centro, quasi un sigillo. Non era chiuso a chiave. Non serviva. Nessuno avrebbe mai osato toccarlo. C’erano sere in cui, nel silenzio della casa vuota, sembrava quasi di sentirlo ancora ticchettare. Lei allora si avvicinava, apriva piano il coperchio — che ormai non si chiudeva più — e sorrideva. “Anche stanotte sei tornato puntuale”, mormorava. E poi, in silenzio, si specchiava nel vetro e si chiedeva se anche lui la stesse guardando.

Epoca: fine ‘800 – primi ‘900
Materiali: vetro molato, ottone dorato, interno in raso imbottito
Funzione: porta orologio da tasca o piccolo reliquiario/espositore
Condizione: buone condizioni generali; la chiusura non si aggancia
Dimensioni: circa cm 13 x 9 x 7