Antico porta gioie liberty decorato e con vetro inciso

Ogni sera, prima di spegnere la lampada in vetro opalino sul suo comodino, lei apriva con gesto lento questa piccola scatola dorata. Non era solo un portagioie, era il suo scrigno segreto. Con dita lievi, sfiorava le due minuscole ciocche di capelli: una più chiara, l’altra più scura. I primi riccioli tagliati ai suoi bambini, conservati come un tesoro sacro, più prezioso dell’oro o delle perle. Lo scrigno, poggiato da sempre su un centrino ricamato, sembrava fatto apposta per custodire ricordi. La base in metallo dorato, finemente cesellata con volute e motivi floreali in rilievo, poggia su piedini sferici che lo sollevano appena dal piano, come se volesse fluttuare in una bolla d’intimità. Il coperchio, ovale e trasparente, è un piccolo capolavoro: il vetro, tagliato e spesso, racchiude all’interno un decoro inciso che sembra danzare alla luce. Il motivo di cuoricini e arabeschi disegna una corona silenziosa attorno ai pensieri più teneri. Non c’è serratura, né chiave: solo un piccolo fermaglio discreto, a cui affidare con fiducia le emozioni più profonde. La doratura, un po’ consunta dal tempo, racconta di mani che l’hanno amata, usata, aperta con delicatezza, sera dopo sera. È facile immaginare quella donna degli anni Venti — il viso già truccato per la notte, il profumo lieve della cipria nell’aria — mentre sorride guardando ciò che il tempo ha portato via solo in apparenza. Perché certi ricordi non sfioriscono. Si posano, si rannicchiano, si conservano in piccoli scrigni come questo.