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Coppia antichi porta aghi, uno in osso uno in legno, fine ‘800
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Coppia di porta-aghi torniti a mano, fine ‘800 - primo ‘900, uno in osso ed uno in legno. Quello in osso presenta una crepa superficiale sul tappo, non passante, che non ne compromette l’integrità.
Si chiamava Léontine, e aveva mani agili come rondini in volo. Viveva a Lione, in una casa col giardino di lavanda, e cuciva. Cuciva tutto: le tende di lino, le camicie del marito, i grembiuli delle figlie. Era sarta per necessità, ma artista per natura. Aveva un cassetto solo per sé, che apriva ogni sera, quando la casa taceva. Dentro, due piccoli cilindri: uno chiaro come il latte, l’altro scuro come la terra bagnata. Il primo, in osso, conservava gli aghi più sottili, quelli per il punto invisibile, “le point de l’ange” diceva lei. L’altro, in legno, custodiva gli aghi robusti, quelli che attraversavano i tessuti spessi dell’inverno. Ogni ago aveva il suo rifugio, ogni custodia e la sua storia. Non erano oggetti: erano compagni silenziosi, segreti tramandati da madre a figlia. Léontine li teneva gelosamente, sapeva che un ago lasciato libero poteva ferire. Ma custodito con cura… poteva creare.





