ModernariaMente
Papaveri, olio su tavola firmato in cornice, ca anni ‘20
Couldn't load pickup availability
Un vaso di papaveri, eppure non è un semplice vaso di fiori. Il rosso che vibra sulla tavola non è solo colore: è carne viva, è passione che si accende e si spegne, è il confine sottile tra vita e oblio. I petali si aprono generosi, luminosi, ma nei loro centri neri si cela un nucleo insondabile, quasi un occhio che guarda altrove. In questo quadro i papaveri non sono soltanto bellezza: diventano metafora della duplicità umana. Fiore della luce, fragile e vibrante sotto il sole. Fiore dell’ombra, capace di addormentare, di trascinare in un sogno che somiglia all’abisso. Guardandoli si ha la sensazione di scivolare oltre la superficie, come se il dipinto ci invitasse a fermare lo sguardo non tanto sul fiore, ma su ciò che il fiore nasconde: la vertigine dell’esistenza, la danza incessante di eros e thanatos, desiderio e dissoluzione. È un quadro che parla a chi non ha paura di confrontarsi con l’altro volto della bellezza: quello oscuro, misterioso, che ci ricorda che ogni fiore contiene in sé la vita e la morte, e che solo gettando lo sguardo nell’abisso possiamo davvero comprendere la pienezza del vivere.
Tecnica: olio su tavola. Epoca: 1920 ca. Cornice: lignea, coeva, con decori baroccheggianti. Misure: 48,5 x 38 cm. Condizioni: buone con segni del tempo coerenti con l’età.







