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Porta orologio da tasca con meccanismo a scorrimento, italiano primo ‘900
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Ogni sera, prima di chiudere la bottega, posava l’orologio nel suo scrigno segreto. Non un orologio qualunque, e nemmeno un cofanetto qualunque. L’orologio gli era stato donato dal padre, quando aveva appena iniziato l’apprendistato. E quello scrigno… beh, quello era opera sua. Lo aveva costruito con pazienza, scegliendo un legno caldo e profumato… l’ulivo. Aveva intarsiato una rondine nella parte frontale — simbolo di ritorno, di casa, di legami che non si spezzano mai — e inciso la parola Ricordo, come un sigillo. Il meccanismo d’apertura era il suo orgoglio: niente cerniere, niente viti. Solo intarsi, incastri, e un po’ di magia. Scorreva in avanti, poi si piegava all’indietro, rivelando una morbida cavità foderata di seta azzurra, oggi appena sbiadita dal tempo. Forse il suo orologio è andato perduto. Ma questa custodia è ancora qui, testimone silenziosa di mani che sapevano creare, custodire e — amare.
Porta-orologio da tasca di inizio Novecento in legno (probabile ulivo) con intarsio a rondine. Decorazioni: scritta “Ricordo” incisa a mano. Meccanismo: apertura scorrevole e ribaltabile, senza viti. Interno: alloggiamento foderato in seta azzurra, ancora parzialmente presente. Origine: artigianato italiano. Stato: molto buono, con segni del tempo coerenti all’epoca.






