ModernariaMente
Porta viatico sacro da capezzale, prima metà ‘900
Couldn't load pickup availability
Tra silenzi e preghiere sussurrate, c’era un oggetto che accompagnava i passi più delicati della fede. Piccolo, discreto, dorato all’interno come una promessa custodita. Veniva portato con rispetto, tra le mani di un sacerdote in abito scuro, quando il confine tra vita e morte si faceva sottile. Questa teca eucaristica veniva utilizzata per portare il Santissimo Sacramento al capezzale degli anziani e dei malati, spesso proprio quando il tempo si fermava e lo sguardo si apriva all’oltre. Sul coperchio è inciso il monogramma “IHS”, antico simbolo del nome di Gesù, sormontato da una croce e circondato da una raggiera solare: un segno potente di luce e presenza divina. All’interno, la doratura specchiante, ancora intatta, rifletteva l’ostia consacrata come fosse la luce stessa. È un frammento di memoria sacra, che ha visto lacrime, speranze, mani giunte e ultime parole sussurrate con devozione. E oggi, in silenzio, porta ancora con sé - ed esige - la stessa dignità.




