Scrigno porta guanti con interno chinoiserie, 1880 - 1920

Si chiamava Léonie. Una figura elegante, con il volto incorniciato da morbide onde castane e lo sguardo assorto. Ogni mattina, dopo la toeletta, apriva la sua scatola dei guanti. La superficie del legno era liscia e lucente, sebbene una piccola mancanza sul retro — come una cicatrice discreta — raccontasse del tempo passato tra traslochi, salotti e valigie. Dentro, un piccolo teatro orientale prendeva vita: fiori di ciliegio, pagode lontane, barche che solcano acque immaginarie. Il rivestimento interno, intatto e vivido, sembrava uscito da un sogno giapponese. Vi conservava tre paia di guanti preziosi, i suoi preferiti. Il primo, in pelle d’agnello bianca, così fine da sembrare seta, era quello dei giorni di festa. Lo aveva indossato alla prima del Faust, quando tutto sembrava ancora possibile. Il secondo, in velluto nero con bottoncini di madreperla, era riservato ai momenti solenni, come le cene invernali a lume di candela. Il terzo, il più amato, era in pizzo color cipria; delicato come una carezza. Era il guanto delle lettere d’amore, quello che si toglieva con lentezza prima di scrivere. Léonie lo sapeva: le cose preziose meritano altre cose preziose. E le persone preziose, a loro volta, meritano oggetti in cui potersi riflettere — non solo per vanità, ma per ricordare chi sono davvero. Questa scatola è uno di quegli oggetti.

Scatola portaguanti in legno di fine Ottocento / inizi Novecento, con targhetta originale in metallo incisa “Gants”. L’interno è rivestito con una carta decorativa in stile orientale, raffigurante paesaggi con pagode, barche e alberi fioriti, perfettamente conservata.
Presenta una piccola mancanza superficiale sul retro, visibile in foto. Epoca: 1880–1920.