Scrigno porte montre in ottone e vetro molato con scene di caccia, anni ‘10

Parigi, inverno del 1912. Dietro la vetrina illuminata della sua gioielleria sulla Rive Droite, monsieur Delacour osservava il lento fluire dei passanti, ognuno un riflesso sfuggente nei cristalli tagliati a mano del suo piccolo scrigno da esposizione. Lo aveva fatto realizzare su misura da un artigiano di Lione: vetro spesso, molato con cura per catturare la luce, montatura in metallo dorato e una scena a rilievo che raccontava, su ogni lato, una caccia nobiliare senza tempo. All’interno, sul fondo imbottito di seta trapuntata color ottanio, poggiava l’orologio più prezioso della sua collezione. Un pezzo da tasca in oro bianco, firmato e numerato, che monsieur Delacour custodiva con molta discrezione. Per lui, non era solo un orologio: era il simbolo dell’eleganza maschile, della puntualità intesa come virtù, e anche del ricordo — perché quel modello era stato indossato da suo padre nel giorno dell’inaugurazione del negozio, anni prima. Il piccolo gancio interno serviva proprio a questo: sospendere l’orologio in verticale, affinché il cliente potesse ammirarlo senza toccarlo, come una reliquia. La luce entrava da sopra, rifrangendosi sul vetro molato, e tutto sembrava sospeso tra tempo e memoria. Oggi questo cofanetto conserva intatto il suo potere scenico. Ci sono due scheggiature dove il vetro è stato tagliato (ultime 2 foto) che a prima vista erano sfuggite persino a me nella complessiva bellezza… raccontano il suo lungo viaggio, ma non ne compromettono l’eleganza. È pronto per accogliere ancora un segreto. Dim. 8x7.5xh7cm.