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Sonaglio bebè anni ‘40 - ‘50 con anello da dentizione elefantino
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Si chiamava Carlo, ed era nato in una casa profumata di cera e bucato. La mamma diceva che era un bambino sereno — almeno fino a quando non arrivarono i dentini. Il primo vero scoglio della sua piccola esistenza: guance calde, pianti sommessi, dita in bocca. Era come se qualcosa dentro volesse uscire con forza, e il mondo gli sembrasse improvvisamente un po’ più ruvido. Fu allora che arrivò l’elefantino. Un piccolo oggetto semplice ma perfetto: il corpo in metallo leggero faceva un suono tenero, mentre l’anello chiaro sembrava fatto apposta per le sue gengive indolenzite. Lo mordeva, lo stringeva, lo osservava. Diventò un compagno di culla, un alleato silenzioso contro quel fastidio inspiegabile. Oggi quell’elefantino è ancora qui.
Porta i segni del tempo, le minuscole tracce dei dentini di Carlo, e il riflesso di mille carezze. È un oggetto da collezione, certo, ma anche molto di più: è memoria tangibile di un momento universale — quel passaggio delicato tra il primo sorriso e il primo dolore. Da esporre, regalare, o semplicemente trasformare (come tanti sonagli) in pendente togliendo l’anello da dentizione.
